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MONOTOnia 

a colori

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Dov'è finita? La cerco sotto il letto, dietro il divano. E' inutile. La motivazione è scomparsa coi primi raggi di luce senza lasciarmi neanche un messaggio. Stronza.

Mi trascino a fatica verso la doccia, fiducioso che l'acqua fredda mi farà ritornare in me. Cazzate.

L'armadio mi sembra immenso, smisurato. Mi sale lo sconforto. Cosa mi metto? Niente mi sta bene. Per fortuna oggi lavoro da casa.

Due uova, mezzo barattolo di marmellata e un fondo di pesto. Molto bene. Mi sono ancora dimenticato di fare la spesa. Potrei farla ora. Dovrei farla ora, se volessi mangiare decentemente. Ma fuori piove, non me la sento. Ci andrò domani.

E' tempo di accendere il pc e lavorare. Decisamente troppe mail. A cosa serve tutto questo stress? Ho improvvisamente voglia di vomitare. Penso che mi dedicherò a altro.

Come per esempio a quelle tende che giacciono in terra da ormai due giorni. In meno di un minuto le tende sono tornate al loro posto. Perfetto. Un minuto dopo le tende mi sono già ricadute in testa. Fanculo. Rimarranno in terra per altri due giorni. E' un segno. E' decisamente arrivato il momento di rimettermi a lavorare.

E' sera. Non ho più piatti, non ho più vestiti puliti e inizio a notare della polvere sotto il tavolo. Merda, mi tocca fare le pulizie.

Che sollievo. Posso finalmente spegnere il cervello e guardare la tv. Serie tv o film? Commedia o drammatico? Quale dei 156 film proposti da Netflix? Che amarezza.

Mi sento sopraffatto da questa noiosa ripetitività. È tutto una perdita di tempo.

Sento il cervello atrofizzarsi giorno dopo giorno. Che rabbia. Mi sento talmente inutile che mi butterei nella spazzatura se potessi.

Non posso continuare così, devo assolutamente trovare una soluzione. La valigia è pronta.

E io?

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