top of page

WHERE ARE YOU?

Come ogni fine settimana vorrei averti qui al mio fianco. Cerco di nascondere questa malinconia dietro uno stanco sorriso. Mi sento solo. Rassegnato, allontano le lacrime dal mio volto come se appartenessero a qualcun altro. Faccio finta che tutto ciò non mi tanga, quando in realtà, il mio cuore, affamato, si divora da solo. Dove sei? Lascio la mia mente fantasticare in pace. Le tue dita che premurosamente accarezzano il mio braccio accompagnate dai primi raggi di luce. Le lunghe passeggiate che, senza una meta precisa, ci fanno dimenticare il ticchettio del tempo. Quello sguardo di complicità colto tra sorsi di birra e discussioni poco interessanti. E invece, lentamente affogo in questo mare deserto. Ho bisogno della tua mano per ritornare a riva, da solo non ce la faccio. 
Te ne sei andato lasciandomi il tuo odore addosso. Ho rubato di nascosto il tuo intimo per tenerti vicino. È la mia madeleine. Il tuo profumo scorre nelle mie vene, alimentando un fuoco che non ardeva da tempo. Ci avvinghiamo come piante rampicanti sullo stesso palo. Il tuo sudore, delizioso, si mischia al mio sprigionando l'aroma perfetto. Il tuo corpo preme contro il mio reclamandone possesso. Un gemito, un brivido, un'esplosione di colori. Eppure sembra tutto un inganno: sarà forse la memoria sfocata di un piacere ormai lontano o la logorante attesa di un futuro tanto incerto? Sono rimasto disteso su queste lenzuola bianche troppo a lungo. Accendo una sigaretta per scaldarmi il cuore. Il fumo penetra nelle mie viscere per colmare questo vuoto disarmante. Ho bisogno di un abbraccio, di un bacio, di un cenno. Ho bisogno di aver bisogno di te. Proteggimi, da solo non ce la faccio. 
La cena è quasi pronta. Nessuno sta aspettando le mie storie, nessuno mi sta ascoltando. Perciò resto immobile, in silenzio. Ho apparecchiato per due, che idiota! Troppa pasta, troppo vino. Mi stai rovinando. Mi sento piccolo, insignificante, arrabbiato, furioso. È colpa tua, mi hai abbandonato e hai spento la luce. Nello specchio non vedo alcun riflesso, neanche un timido bagliore di vitalità. Non ho più emozioni, cos'è l'amore? Posso ancora osare definirmi un essere umano? 
A volte mi dimentico e aspetto una buona notte che ha cessato di esistere. Guardo il cellulare come se potessi leggerti nella mente. Ti sto cercando. Ti sto aspettando. Spero che un giorno mi coglierai di sorpresa. Rimango qui seduto, scrutando il mondo esterno attraverso questa porta di vetro. Non so chi sei, ma ti riconoscerò. Sono fiducioso, perché da solo non ce la faccio.
Lascio il telefono acceso e la porta socchiusa. Sono sicuro che mi ritroverai.

bottom of page